Comune di Uras nel Campidano in Provincia di Oristano Sardegna
Il comune di Uras confina a nord-ovest col territorio di Marrubiu, a nord-nord-ovest con Terralba, a nord-est con Morgongiori, a sud-est con San Nicolò d’Arcidano, a est con Masullas e a sud-est con Mogoro.
Il paese di circa 3300 abitanti è posto ad un’altitudine di 23 metri sul livello del mare e si trova ai piedi del Monte Arci; il suo territorio appartiene al Campidano di Oristano.
In località Su Nuraci è stato scoperto un insediamento tardopunico, documentato dai fittili punici ed attici sparsi nel sito.
In località S.Giovanni venne individuata una necropoli punica, denotata da ceramiche puniche (anfore, piatti, brocchette, bacili) e attiche del IV sec.a.C.
Si recuperarono anche quattro stele funerarie di stile sardo-punico, riferibili dunque ad una necropoli di fase tardo-repubblicana.
Chiesa di Santa Maria Maddalena
La chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Maddalena è un edificio imponente, la cui costruzione nell’aspetto attuale iniziò nel 1664 e terminò intorno al 1682 con la facciata che doveva imitare la Cattedrale di Cagliari. La facciata venne poi modificata nel 1715 e nel 1724, quando alla destra del prospetto principale venne eretto il campanile a canna quadra a due ordini, cui si sovrappongono la cella campanaria, il terminale ottagono con orologio ed il cupolino terminato nel 1752.
L’interno, con volta a botte piuttosto alta (probabilmente realizzata intorno al 1775) è a quattro campate, con sottarchi in pietra poggianti su un’alta cornice dentellata.
Chiesa di Sant’Antonio da Padova
La chiesa, in cui si svolge una delle feste più sentite, sorge all’estremità occidentale del paese. La facciata è sormontata da un campanile a vela con 2 arcate a sesto acuto. All’interno si accede attraverso un ampio portico addossato alla navata, con larghi archi in pietra e mensole che un tempo reggevano una copertura lignea. Il muro di fondo è dominato dall’altare in pietra suddiviso da 4 lesene: le due interne sono decorate a fogliame con rilievo piatto. Tutto l’insieme è poi diviso in orizzontale da una doppia trabeazione (ovvero il complesso dell’architrave, del fregio e della cornice).
Chiesa di San Salvatore
Questa chiesa è passata alla storia per la battaglia svoltasi nelle sue vicinanze nel 1470, nella quale Leonardo Alagon riportò la vittoria contro il viceré Niccolò Carroz.
Di pianta rettangolare, presenta un campanile a vela che si erge nella facciata spoglia. All’interno 4 alti e robusti pilastri sostengono una copertura su travi lignee, ai cui capi si trovano interessanti mensole in legno intagliato.
Non lontano dalla chiesa si trova una struttura nuragica attualmente in fase di scavo e pietrame nuragico è anche inglobato nella struttura della stessa chiesa, il che lascia supporre che essa sia sorta su un precedente luogo di culti precristiani, probabilmente dedicati alla sacralità delle acque.
Nuraghe sa Domu Beccia
I resti del nuraghe sa Domu Beccia rappresentano una delle maggiori fortezze nuragiche dell’isola. Il cattivo stato di conservazione non impedisce di individuarne il corpo centrale (mastio con bastione trilobato) e l’ampio antemurale articolato in almeno sette torri. Il nuraghe, edificato in blocchi basaltici agli inizi dell’età del Bronzo medio (come documentano alcune ceramiche), domina un vasto villaggio di capanne circolari a nord-ovest. A circa 100 m a nord della fortezza si trovano i resti di una tomba dei giganti, probabile sepoltura collettiva degli abitanti del villaggio. La tomba, perfettamente individuabile nel suo contorno, mostra la classica forma di questo tipo di sepoltura, con camera absidata ed emiciclo frontale arcuato.
Sa Grutta Manna
Grotta naturale che, con alcuni adattamenti strutturali in muratura per ostruirne l’ingresso, era probabilmente utilizzata come tomba. Nella grotta sono infatti stati rinvenuti frammenti di ceramica attribuibili alla fase di Bonnannaro.