Comune di Seneghe nel Montiferru in Provincia di Oristano Sardegna
Caratteristico paese di circa 2000 abitanti, sito su un pianoro alle falde meridionali del Monte Ferru con un territorio di 7000 ettari. È collocato in mezzo a due monticelli formati da scorie basaltiche molto fresche, presso una probabile antica bocca di eruzione di lava o di semplici scorie; monticelli paragonabili ai coni dell’Etna.
Sito all’altitudine di 350 m, dista dal mare circa 15 km e ha un territorio in massima parte collinoso: si alternano i pascoli e i seminati alle vigne e agli oliveti, mentre sulla montagna (che non supera gli 800 m di altitudine) si estendono maestosi boschi di lecci e sugheri.
Appartenuto in epoca medioevale al giudicato di Arborea, fu frequentato già dall’antichità come testimoniano i numerosi nuraghi presenti nel territorio. Il centro storico conserva diversi esempi di arte popolare, soprattutto negli ornati delle finestre e delle porte delle abitazioni edificate in basalto scuro. Nel secolo XVI, quando sulle coste occidentali della Sardegna avvenivano ancora le incursioni dei Mori, i seneghesi guidati dal parroco Salvatore Ponti liberarono Narbolia dall’assedio saraceno.
Le attività economiche più importanti per il paese sono l'allevamento e l'agricoltura: notevole la produzione dell'olio d'oliva, tra i migliori della Sardegna. Sono presenti anche alcune attività artigianali, con la lavorazione della pelle, dei tappeti e la produzione di dolci caratteristici.
Parrocchiale di Santa Maria della Concezione
Al culmine della collina seneghese vi è la maestosa chiesa parrocchiale, nella quale si conservano alcune pregevoli opere d’arte. Fino al XVII secolo la parrocchiale non aveva una torre campanaria; nel 1625 ebbe inizio la sua costruzione, che però per oscure vicende non venne mai portata a termine. Nel 1797 venne iniziata la costruzione della nuova parrocchiale: l’opera venne terminata il 20 giugno 1893.
Chiesa del Rosario
Presso la parrocchia (attualmente unita alla stessa) si trova la chiesa del Rosario, sede della omonima confraternita. A pianta rettangolare, ha l’ingresso sul Corso Umberto e presenta il presbiterio con altare in marmo, con al centro la statua della Madonna del Rosario e ai lati due antiche statuette lignee rappresentanti San Domenico e Santa Caterina. Sulla volta vi è un dipinto raffigurante la battaglia di Lepanto, opera del pittore Giovanni Dancardi, ed alle pareti sono appesi i quadri ad olio dei Misteri del Rosario, curiosi esempi di vecchia arte popolare.
Chiesa di S.Maria della Rosa
È la più antica sede della Confraternita di Santa Croce o dello Spirito Santo. La sua parte più antica risale probabilmente al secolo XII; la forma è a croce latina con in fondo l’altare maggiore dedicato alla visitazione e ai due cappelle: quella a sinistra di chi guarda il presbiterio è attualmente dedicata al Crocefisso. Nella stessa cappella venivano sepolte le salme dei confratelli e vi era un pozzo, detto di Santa Severa, la cui acqua godeva fama di virtù terapeutiche, tanto da richiamare gli ammalati anche da zone lontane. Attualmente il pozzo è scomparso, né lo si è trovato in recenti scavi.
Chiesa di S.Antonio da Padova
L’edificio sacro, risalente al XII secolo, deve la sua costruzione alla pietà dei fedeli. Di forma rettangolare, presenta un solo altare attualmente in marmo. La facciata è caratterizzata da un campaniletto a vela e dal rosone semi-circolare.
Fonte pubblica
Il comune si dotò della fontana, situata nei pressi della chiesa parrocchiale, nella seconda metà del secolo XIX anticipando gli altri centri del circondario. Su una base ottagonale a gradini si trova un articolato corpo centrale che alterna protomi leonine e cavallucci marini, dai quali sgorga l’acqua che viene poi raccolta nelle vasche sottostanti.
Tombe dei giganti
Si possono raggiungere attraverso una comoda strada campestre che da Seneghe conduce a Narbolia. La strada è molto suggestiva per il bellissimo panorama e la varieta del paesaggio: da un lato, guardando a valle, si scorge gran parte della pianura mentre nell'altro lato si intravedono immensi boschi di leccete e rocce a strapiombo che rendono piacevole la percorrenza. Le tombe si trovano lungo il ciglio della strada e sono facilmente visitabili.
Nuraghe Narva
È associato ad una tomba di giganti.
Nuraghe Littu
Nuraghe Mulineddu
Situato alla quota di m 276 su uno spuntone di roccia basaltica dominante il Rio Funtana Cannas, questo è un nuraghe “a tancato”, con la torre antica fronteggiata da un corpo aggiunto avente all'estremità una torretta che racchiude, con la torre primitiva, un cortile.
La torre principale, che si conserva per un'altezza massima di 8-10 file di pietre basaltiche e ha un diametro di 8,6 m allo svettamento, presenta l'ingresso a sud-est: da esso l'andito rettangolare immette nella "tholos" scoperchiata situata in posizione eccentrica. Il corpo aggiunto, lungo m 15 per 12,4 si restringe al centro per concludersi all'estremo opposto al mastio nella torretta sussidiaria. La torretta marginale ha una camera di m 2,5 di diametro che comunica tramite un andito col cortile: quest'ultimo, di pianta a 3/4 di ellissi, riceve gli ingressi delle due torri e del corridoio di entrata al corpo aggiunto. Nella parete ad ovest dello stesso cortile si osserva un'apertura quadrata larga 70 cm, da supporsi in relazione col vano di un corridoio ricavato nello spessore della cortina di sud-ovest, a destra dell'andito di ingresso; quest'andito ha due garitte di guardia contrapposte. Le pietre usate, di forma poliedrica e rozzamente lavorate, sono di grandi e medie dimensioni.
Nuraghe Coa Perdosa
Situato su un terrazzo non lontano dalla valle del riu Maistu Impera, l'edificio è quadrilobato, con la torre antica circondata da quattro torri aggiunte: la torre primitiva, del diametro esterno di m 10, presenta l'ingresso con architrave alleggerito da feritoia. Dalla porta, il corridoio strombato introduce alla camera eccentrica e rotonda, provvista d'una nicchia semiellittica per parte. Nella stessa camera si apre la scala che portava al piano superiore, ora ostruita. Il paramento esterno della torre residua per circa 10 m, con pietre di basalto poco o per nulla lavorate unite con zeppe.
Delle due torrette aggiunte nella parte frontale del nuraghe, la prima ha 6,4 m di diametro, la seconda 3,9: le torri sono unite da una cortina rettilinea di circa 5 m di lunghezza in cui si apre l'ingresso dall'esterno del cortiletto quadrangolare racchiuso dalle torri, dalla cortina e dal mastio. Le torrette posteriori, collegate a quelle del prospetto da cortine curvilinee disuguali, sono ellissoidali e separate da un'arco di un cerchio scoperto del mastio. Una delle due torrette residua, negli attacchi al cono primitivo, solo per uno spessore di 2,6 m; meno distrutta è l’altra, del diametro di 4,8 m al piano di svettamento.
Nuraghe Maso Maiore e nuraghe Terraduni
Situato a sud-ovest del paese, il nuraghe è visibile dalla strada d'accesso che sale da Narbolia con belle panoramiche; poco più in basso, accanto alla strada, si trova il nuraghe Terraduni.
Funtana Fraigada
Nella zona di Codreas, oltre ai resti delle terme romane di Funtana Fraigada si conservano numerosi forni nei quali veniva lavorata la calce. Interessanti i dintorni, ove sgorgano numerose fonti d’acqua dalle virtù terapeutiche, come le cosiddette sorgenti delle Quattro Fontane.
Antica fattoria Pili
Prendendo la strada che parte da Bonarcado si giunge alla zona di Pabassiu (m 716), da cui si può ammirare il "gruppo" delle cime centrali del M. Ferru ed una sconfinata distesa di boschi fino al mare di Cuglieri.
Nei pressi si trova l'antica fattoria Pili, con la chiesetta e i caratteristici fabbricati ottocenteschi di ispirazione spagnola che circondano il cortile.
Ospedale abbandonato
Sempre lungo la strada proveniente da Bonarcado è visibile l'Ospedale Scala, ormai in stato di completo abbandono ma con interessanti strutture. Nelle vicinanze si trova anche il nuraghe Ruiu.