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Comune di San Vero Milis nel Campidano in Provincia di Oristano Sardegna

Grosso centro agricolo di circa 2470 abitanti situato nella piana del Milis, a nord della città di Oristano, ad un'altezza di 10 m.s.l.m.

E' formato da basse case e da qualche palazzetto caratteristico; vi si pratica l'arte dell'intreccio di splendidi cesti di erbe palustri.

La fertilità del terreno e la varietà delle colture fanno di San Vero Milis un piccolo paradiso agricolo, infatti è uno dei paesi dell'oristanese con un'ottima economia.

Il nome pare che nasca da San Teodoro, in dialetto Sateoru, da cui derivò Sant'Eru italianizzato in San Vero.

Fece parte del Giudicato di Arborea ed era incluso nel Campidano di Milis.

Nel Sinis di San Vero sono numerosi i centri di interesse punico: ricordiamo Matta Sterri (con una stipe di un santuario di Demetra) e Bidda Maiore, da cui provengono numerose stele sardo-puniche, terrecotte figurate e votivi anatomici.

Un ulteriore centro punico è stato individuato nell’isoletta di Sa Tonnara, dotata di un muro di recinzione costruito in arenaria con la tecnica delle “caematte”.

Nel territorio del comune ricade l’importantissimo stagno di Sale Porcus, da visitare soprattutto per la colonia di fenicotteri presente tutto l'anno, che si possono facilmente osservare e fotografare. L'area è protetta come oasi naturalistica, organizzata dal comune e realizzata dalla LIPU con la collaborazione del WWF e di Italia Nostra.

Chiesa di San Michele Arcangelo

La chiesa è stata edificata nel 1752, sebbene i costruttori abbiano seguito lo stile rinascimentale.

Nell’interno a tre navate senza cappelle è presente un portale a tabernacolo e una bella statua lignea policroma dell'Arcangelo.

Chiesa di Santa Sofia di Sancte Eru

Innalzata nel 1604, si trova nel centro dell'abitato e rappresenta il primo esempio datato di architettura rinascimentale nell’ambito provinciale. La facciata è del 1638 mentre il campanile è settecentesco. La torre campanaria è un opera interessante in quanto è stata edificata sotto il diretto influsso del gusto piemontese, probabilmente seguendo i suggerimenti di uno dei numerosi ingegneri militari sabaudi presenti in quel periodo nell’isola. La canna a pianta quadrata è realizzata in blocchi ben squadrati di arenaria del Sinis e l’intera struttura raggiunge i 40 metri d’altezza. Imponente e massiccia, presenta gli unici elementi di tradizione barocca nelle decorazioni in pietra trachitica rossa e nella cupola a cipolla.

La testata presbiteriale è in linea con un tratto di paramento bicromo che forma un angolo retto con una simile porzione muraria. Sullo zoccolo a scarpa dritta poggiano filari di conci di media pezzatura in arenaria e basalto, conclusi da una cornice a sguscio: l'opera bicroma mostra la particolare regolarità ed accuratezza del taglio, proprio delle maestranze attive in Arborea nel primo quarto del XIII.

 

Ipogeo di Serra Is Araus

Questa necropoli è costituita da una tomba a pozzetto con unica cella: l’origine orientale della costruzione è provata da alcuni particolari, come la singolare lastra di chiusura del portello dell’ipogeo che raffigura la Dea Madre plurimammellata.

In questa località è stata trovata anche una statua-stele in arenaria alta m 1,4: l’autore ha abbozzato la testa e quattro mammelle, che probabilmente volevano raffigurare la Dea Madre in quanto divinità connessa con la fertilità della natura.

 

Complesso nuragico S'Uraki

Si trova a circa 1 km dal paese sulla strada per Putzu Idu, ed è raggiungibile da Oristano via Zeddiani o direttamente dalla S.S. 131 dallo svincolo per Milis. La struttura era completamente sotterrata dall'accumulo di terriccio e di crolli: gli scavi hanno portato alla luce un importante complesso, costituito da una fortezza principale interrata in corrispondenza del corpo centrale. L’antemurale è articolato in dieci torri ed è forse il maggiore della Sardegna. Nell'area contigua al di la della strada recenti indagini hanno messo in luce anche un area funeraria, presumibilmente ad incinerazione.

La rimanente parte dell'area, della dimensione di un ettaro circa, pare interessata da un villaggio che partiva presumibilmente dalle immediate vicinanze del complesso per estendersi, almeno allo stato attuale delle conoscenze, prevalentemente a meridione e ad occidente. Nell'edificio sono stati rinvenuti diversi materiali, fra cui alcune ceramiche e un torciere fenicio-cipriota.

Torri costiere

La penisola del Sinis termina nel Capo Mannu, sulla cui alta scogliera si trovano un faro e le due torri di Sa mora e di Capo Mannu risalenti all'età spagnola.

 

Indicazioni Stradali
     

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