Miniera di Monteponi a Iglesias nel Sulcis Iglesiente, sud Sardegna
Scheda Tecnica
Comune:Iglesias
Regione: Iglesiente
Estrazioni minerali principali: piombo, zinco e argento
Altimetria media: 200 metri
Proprietà: pubblica
Itinerario: da Iglesias si raggiunge il villaggio minerario di Monteponi dirigendosi verso la periferia industriale della città. Altrimenti è raggiungibile percorrendo la ss.130, arrivati all’incrocio per Iglesias e Sant’Antioco si prosegue per quest’ultimo. Da qui, dopo aver percorso circa 6 km si trova l’indicazione per la miniera di Monteponi i cui edifici sono ben visibili dalla strada.
Il villaggio minerario: l’insediamento minerario di Monteponi si presenta come un insieme disordinato di edifici che assumono l’aria di un unico grande stabilimento.
Si possono ammirare le due laverie meccaniche Vittorio Emanuele e Calamine, costruite dopo la demolizione delle laverie antiche.
Si osserva con meraviglia l’elegante palazzina Bellavista, sorta nel 1865, simbolo della miniera di Monteponi.
Più avanti si trovano il maestoso pozzo dedicato al celebre Quintino Sella e quello dedicato a Vittorio Emanuele, due personaggi che avevano prestato molto interesse per l’attività mineraria.
Seguono poi un continuo sovrapporsi di edifici e impianti per la lavorazione dei minerali. Edifici minori si trovano poi sul fianco del monte dove si notato i forni di calcinazione e l’enorme scavo a cielo aperto di Is Cungiaus, a forma di cono rovesciato e sul quale si aprono numerose gallerie.
Il percorso storico della miniera: è stata una delle maggiori miniere dell’isola. Nell’ultimo decennio del secolo scorso ha chiuso definitivamente i cantieri e cessata l’attività estrattiva, ma fino a quel momento aveva dominato nel settore estrattivo del piombo e dell’argento. La società Monteponi si era distinta per l’efficienza e per la prosperità.
La storia della miniera risale a tempi assai remoti, nel periodo della dominazione pisana l’intera zona, che circondava la fiorente cittadina di Villa di Chiesa, fu interessata da numerosi scavi per la ricerca di minerali. I vari bacini aperti però non portarono a termine nulla di concreto, infatti, vissero tanti momenti di incertezza. Solo nel 1850 fu concessa a un gruppo di imprenditori privati. Nicolay,noto imprenditore e ingegnere dell’epoca, progettò grandi opere di ristrutturazione agli impianti e investì tantissimo capitale. Furono scavate nuove gallerie, eretto un piccolo e grazioso villaggio per gli operai e utilizzati nuovi macchinari e impianti per il trattamento del minerale estratto.
Si verificò però il grave problema delle infiltrazioni d’acqua, per sovrastarlo fu costruita una lunghissima galleria dedicata a Umberto I.
Nel frattempo fu costruita anche un’importante linea ferroviaria che collegava Monteponi con la costa, chiamata Portovesme in onore a Carlo Baudi di Vesme, per consentire l’imbarco di materiali per l’isola di San Pietro.
Nei primi anni del ’900 la miniera e la società di Monteponi raggiunse importanti risultati anche grazie all’operato dell’ingegner Ferraris, che sperimentò nuovi e più efficienti sistemi per il trattamento dei minerali. Intanto i trasporti, le vie di scalo e i collegamenti continuavano a crescere e si costituì un grande impianto per la produzione di acido solforico.
Negli anni Venti fu introdotto un modernissimo sistema di separazione dello zinco e la produzione toccò i massimi livelli.
Soltanto nel periodo delle guerre mondiali quando vennero a mancare numerose materie prime indispensabili per la produzione si verificò un calo.
Gli anni successivi al conflitto invece portarono nuovamente al successo la società che, grazie all’ottimo stato della miniera, riusciva a produrre sempre più.
Il periodo d’oro di tutto il ciclo estrattivo e produttivo va dagli anni Cinquanta agli anni Sessanta.
Dai primi anni Settanta si cominciarono a sentire le prime avvisaglie di crisi: la società fu costretta a ridurre i cicli produttivi, per via dei costi troppo elevati, e quindi a ridurre anche il personale addetto al lavoro di miniera.
La miniera passò poi sotto il controllo statale intanto l’attività estrattiva cessava e gli impianti, il villaggio e gli uffici chiudevano i battenti e venivano così abbandonati. In ricordo degli anni d’oro rimangono gli edifici industriali.
La miniera e il villaggio minerario di Monteponi, con tutti gli impianti e gli edifici, è tra i più grandi e interessanti dell’Iglesiente. Una particolarità davvero spettacolare sono i fanghi rossi e il colore scuro della montagna, che fanno da contorno alle varie strutture dello stabilimento mettendole in risalto.