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Comune di Assolo nell'Alta Marmilla nella Provincia di Oristano Sardegna

Piccolo paese situato ai piedi della Giara, della quale possiede il versante che va da Scala Margiani al confine con Nureci sino a Corona Arrubia. Ha una popolazione di circa 600 abitanti. E’ un paese ricco di boschi fitti di lecci, sovrastato da una continua parete rocciosa interrotta solo da stretti passaggi come Scala Cabirada o più ampi, come Scala Argiolas.

La presenza delle acque di Garua e Cabirada, i fitti boschi e la posizione strategica hanno reso questi siti abitati sin dai tempi più remoti.

Nel territorio di Assolo è numerosa la presenza di nuraghi: ricordiamo il nuraghe  Mammuzzola, situato sul ciglio della Giara in posizione strategica per dominare il territorio sottostante e il nuraghe S. Pietro, situato nella zona pianeggiante verso Villa S.Antonio, nei pressi del quale è presente anche l'omonima sorgente a cui si attribuiscono virtù terapeutiche.

Colle Giuarreddu

Situato di fronte alla Giara e separato da essa dall'erosione atmosferica: sul tavolato si fronteggiano le due torri di Giuarreddu e Giuarreddu Mannu e da qui, nelle giornate limpide, è possibile vedere il mare.

Chiesa di San Sebastiano

Attualmente la chiesa parrocchiale di Assolo, risalente al XVI secolo, è dedicata a San Sebastiano. Al suo interno si trovano un'acquasantiera e una fonte battesimale provenienti dalla chiesa di S. Maria, ora distrutta.

La fonte battesimale, opera di Antonio Seci, risale al 1589: ha la forma di un enorme calice di circa 1 metro d’altezza.

Chiesa di Santa Lucia e resti nuragici e romani

La chiesa campestre di S. Lucia (sec. XIII) è localizzata in un'area di aperta campagna fra il comune di Assolo e quello di Senis. Oggi questa zona è piuttosto isolata, ma è stata intensamente frequentata in epoche diverse, come testimoniano i ritrovamenti e gli scavi compiuti.

Già in epoca neolitica il territorio circostante la chiesa era un centro di lavorazione dell'ossidiana, la stessa che aveva attratto i neolitici sardi nel vicino Monte Arci.

Ad altro periodo risale l'adiacente nuraghe quadrilobato, il più interessante dei 22 che costellano il territorio di Assolo.

Si presume che possa esistere un complesso più articolato: sono visibili infatti i cumuli di capanne nuragiche che occupano lo spazio di alcuni ettari.

Dell'epoca romana gli scavi nella chiesa di S. Lucia hanno riportato alla luce una struttura che, secondo la soprintendenza archeologica, poteva essere un antico impianto termale.

All'interno della chiesa, aderente alla parte ovest, vi è una struttura semicircolare identificabile come la vasca di un calidarium, ai lati della quale si aprono due ambienti rettangolari: uno, adiacente all'estremità occidentale del lato sud, è visibile dall'interno della chiesa; l'altro costituisce una parte della fondazione della sacrestia. Entrambi sono raggiungibili attraverso una scala riscoperta nel lato sud della chiesa.

Tali ambienti potrebbero anche essere datati posteriormente, ma la tesi dell'impianto termale è motivata dalla presenza di un pozzo nell'angolo sud-ovest della chiesa e di alcuni ritrovamenti di sicura epoca romana.

Questi oggetti (delle monete risalenti al I secolo, alcune sculture, vari frammenti di ancore e decorazioni musive) sono stati ritrovati proprio in questi spazi.

Nella chiesa di S. Lucia gli scavi hanno fatto affiorare, oltre all'impianto termale, un numero considerevole di tombe: alcune sono scavate nella pietra, come dei sarcofagi, mentre altre si presentano come cubicoli rivestiti con murature in pietra e coperte con volte a botte.

Di alcune purtroppo è rimasto solo il perimetro ellittico o rettangolare di conci.

Questo tipo di sepolture possono far pensare ad una frequentazione paleocristiana, in quanto attorno al IV-V secolo d.C. le strutture cimiteriali cristiane erano costituite o da grandi cimiteri all'aperto o sotterranei come le catacombe; inoltre il fatto che le tombe possano essere circoscritte in uno spazio rettangolare non impedisce di pensare anche a quei grandi ambienti (detti coemeteria subteglata) coperti a tetto, che avendo il pavimento coperto da tombe costituivano delle sale funerarie.

Al 1014 si fanno risalire la struttura e i ritrovamenti più interessanti nella chiesa, che hanno indotto a ritenere esistente all'epoca un monastero e una chiesa attinente, non dedicata però a S. Lucia ma a S. Giorgio.

Del monastero sono visibili numerosi resti: le sue murature affiorano intorno alla chiesa e alcune di esse inglobano le tombe viste in precedenza. E’ identificabile anche una stanza quadrata, a cui si accede attraverso delle scale i cui gradini sono dei grossi monoliti. Gli scavi hanno evidenziato una muratura di 4-5 metri sul lato sud del monumento sacro, che riporta esattamente le caratteristiche della muratura della chiesa stessa: questa continuità potrebbe far pensare ad un chiostro.

 

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